Caltagirone
ha dato i natali a uomini illustri che si sono distinti in ogni campo
delle umane attività. Per brevità citiamo i nomi piú significativi.
Gualtiero
di Caltagirone
Della
famiglia di Caltagirone, signore di Butera, fu con Palmiero Abate e
Alaimo di Lentini uno dei principali cospiratori del Vespro Siciliano.
Cacciati gli Angioini, cospirò contro gli Aragonesi, desiderando l'indipendenza
dell'isola. Pagò con la morte la sua ribellione a Pietro III d'Aragona.
Fu decapitato a Caltagirone nella piazza di S. Giuliano il 22 maggio
del 1283, presente l'infante Giacomo d'Aragona.
Giovanni
Burgio
Medico ed umanista. Fu chiamato ad insegnare filosofia all'università
di Catania dallo stesso fondatore di essa Re Alfonso d'Aragona. Primo
tra i medici del suo tempo, curò il Pontefice Paolo II e Re Alfonso.
Dopo essere stato vescovo di Manfredonia e di Mazzara fu creato arcivescovo
di Palermo. Moriva in Caltagirone compianto da tutti nel 1469 e il corpo
veniva tumulato nella Chiesa Madre.
Bonaventura
Secusio
Occupò per sette anni la carica di Generale dei Minori Osservanti. Fu
incaricato dal cardinale Aldobrandini, nipote di Clemente VIII, di condurre
trattative fra il Re di Spagna e quello di Francia, ed essendovi riuscito
brillantemente, si ebbe dal Pontefice il titolo di Patriarca di Costantinopoli.
Vescovo di Patti e poi di Messina, morì Vescovo di Catania nel 1618.
Il suo sepolcro è nel Duomo catanese ornato di statua marmorea al vero.
Francesco
Nigro
Nipote del valente pittore di origine greca dimorante in Caltagirone
Bernardino Nigro detto il "greco calatino", fu incisore
e cartografo insigne. É autore dell'opera: Plante de todos
las placas y fortaleca del Reyno de Sicilia sacadas de orden de Su Magestad
el Rey Philippo Quarto, anno de MDCXXXX. Ms. presso la Biblioteca
Nazionale di Madrid. A lui si attribuisce, fra l'altro, il disegno per
la Cassa argentea delle reliquie di S. Giacomo, realizzata
dai valenti argentieri palermitani, Nibilio e Giuseppe Gagini. Morì
a Palermo nel 1658.
Antonio
Polizzi
Insigne medico. Al tempo della pestilenza del 1625, non poco giovò alla
pubblica sanità. Ottenne il primo posto fra i professori in medicina
a Palermo.
Giuseppe
Capra
Cesellatore capacissimo e geniale. Il terremoto del 1693 distrusse tutte
le opere eseguite per la città natale. Rimane di lui la grandiosa custodia
in argento della Madonna del Vessillo a Piazza Armerina, opera insigne
ove egli narrò attraverso i numerosi pannelli, sbalzati con arte mirabile,
i fatti attinenti al rinvenimento dell'immagine miracolosa. Morì nel
1626.
Nicolò
Longobardo
Missionario in Cina e successore di Fra Matteo Ricci, fondatore della
missione gesuitica cinese. Convertì folle immense alla fede cristiana.
Scrisse molte opere in cinese. Riformò il calendario cinese ed ebbe
immensi onori. Morì a Pechino nel 1654.
Innocenzo
Marcinò
Generale dei Cappuccini, visitò tutti i conventi del suo ordine sparsi
per l'Europa ed ebbe onori da parte di principi e regnanti, ammirati
della sua santità. Fu inviato ambasciatore dal Sommo Pontefice al Re
ed alla Regina di Francia. Morì nel convento di Caltagirone in odore
di santità nel 1655.
Francesco
Aprile
Gesuita coltissimo e studioso di cose patrie. Insegnò filosofia nell'Università
di Caltagirone retta dai Gesuiti. Scrisse la Cronologia di Sicilia ove
mostrò le su ampie e profonde conoscenze storiche. Morì nel 1723.
Giacomo
Bongiovanni
Valente plasticatore, nato nel 1772, creò figurine in terracotta rispecchianti
la vita paesana dei suoi tempi. Lavorò col nipote Giuseppe Vaccaro che
non fu meno capace di lui. Morì nel 1859. Diverse sue opere ammiransi
nel Museo della Ceramica di Caltagirone. Nel secolo XIX operarono lontano
dalla città natale due valenti scultori caltagironesi: Salvatore Bongiovanni
a Firenze, e Salvatore Grita a Roma. Il primo era fratello maggiore
di Giacomo Bongiovanni.
Francesco
Vaccaro
Pittore aggraziato e buon colorista. Fu allievo del fratello maggiore,
Giuseppe, che era soprattutto valente scultore, formatosi alla scuola
del pittore caltagironese del secolo XVIII, Isidoro Boscari. In collaborazione
del fratello diede alle chiese di Caltagirone ed a quelle di non poche
città dell'isola insigni opere, ammirate per la compostezza e per la
serena religiosità. Morì nel 1882 a 74 anni. Lasciò nell'arte i figli
Vincenzo e Mario. Quest'ultimo portava il nome di altro fratello, grande
promessa per l'arte, morto appena ventenne.
Alessio
Narbone
Uno dei piú grandi eruditi dell'Ottocento siciliano. Scrisse opere letterarie
basilari per la cultura isolana, come la Storia letteraria sicola. Morì
in Palermo nel 1860. Il suo busto marmoero annoverasi fra quelli degli
uomini illustri siciliani nel Panteon palermitano di S. Domenico.
Gaetano
Crescimanno
Nato da nobile e cospicua famiglia, esordì come giovane musicista nel
1858. Compose diverse opere liriche che riscossero pubblici applausi
localmente e fuori.
Giorgio
Arcoleo
Giurista sommo, scrittore arguto, uomo politico. Nato da modesti genitori
nel 1851, si distinse ovunque per la cultura, l'eloquenza e l'ingegno
singolare. Morì nel 1914.
Luigi
Sturzo
Sacerdote, uomo di dottrina e sociologo di fama mondiale. Numerose sono
le sue pubblicazioni in italiano, francese ed inglese ove è rispecchiata
la sua attività speculativa e pubblicistica. Fondò il Partito popolare.
La Democrazia Cristiana, che segue le orme del vecchio partito, ha nei
suoi insegnamenti una sicura guida. Morì in Roma nel 1959. Il suo corpo
venne tumulato in Caltagirone presso la chiesa del SS. Salvatore.
Mario
Scelba
Uomo politico di polso e di vedute chiare. Resse le sorti dell'Italia
in qualità di Ministro degli Interni e di Presidente del Consiglio in
momenti difficili per la nazione. Fu eletto senatore piú volte nel collegio
di Caltagirone.
Silvio
Mílazzo
Dal genitore Mario, facondo oratore e sperimentato amministratore civico,
ereditò le non comuni qualità politiche che lo portarono al Parlamento
Siciliano e alla Presidenza della Regione. Resse diversi assessorati
ed in particolare quello dell'Agricoltura, durante il quale progettò
ad attuò la riforma agraria in Sicilia. Decisamente di idee autonomistiche,
fondò l'Unione Siciliana Cristiana-Sociale che ebbe notevole successo
nelle elezioni regionali del 1959, consentendogli di essere rieletto
Presidente della Regione. Il Milazzo aveva come mira la vitalizzazione
dell'istituto autonomistico per liberare l'economia dell'isola dai monopoli
continentali. A tal fine si servì di apporti delle sinistre e delle
destre, ritenendo il governo regionale un organismo prettamente amministrativo.
Per tale operazione fu fortemente osteggiato dalla Democrazia Cristiana.
Notevole interesse egli dimostrò per la sua Città specie nel campo dell'edilizia
pubblica e della viabilità. Negli ultimi anni si ritirò a vita privata
e morì in Caltagirone il 24 dicembre 1982 all'età di 79 anni.
Carmelo
Caristia
Tenne da titolare la cattedra di Diritto Costituzionale italiano e comparato
della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Catania. Dopo la
caduta del regime fascista fu il primo segretario provinciale della
Democrazia Cristiana, che si rifaceva al Partito Popolare, fondato da
Don Luigi Sturzo. Nel 1946 fu eletto all'Assemblea Costituente nella
circoscrizione della Sicilia Orientale e si rivelò uno dei membri piú
attivi e qualificati della Commissione dei 75 che elaborò il progetto
della Costituzione repubblicana. Fu senatore piú volte rieletto nel
collegio di Caltagirone. Produsse non poche e valide opere giuridiche.
Morì il 18 settembre 1969. Era nato il 1 settembre 1881. |