Caltagirone
si affaccia alla ribalta degli avvenimenti storici isolani in epoca
arabo-normanna. A quel tempo risalgono i tre nomi che la città ebbe
e che ci sono stati tramandati, due dall'Idrisi, il geografo arabo alla
corte di Re Ruggiero normanno, ed uno dal diploma dato ai caltagironesi
da Re Gugliemo il Malo nel'1160.
I due nomi che ci fa conoscere l'Idrisi sono "Hisn 'al Genún"
e "Qal'at 'al Hinzariah ". Il primo che è stato tradotto dall'Amari "Castello dei genii", certamente non ha avuto fin oggi
la sua aderente e storica interpretazione. Invero un castello, a dire
dello stesso Idrisi, "superbo alla sommità di un aspro monte", dotato
fin da allora di un esteso patrimonio fondiario, fertile e ricco di
boschi che gli consentivano pure una grande produzione di miele, non
poteva certamente derivare la sua denominazione dai "Genii" o
spiriti che di solito albergano fra ruderi abbandonati.
Per noi "Genún" deve avere una ben diversa etimologia.
Gli Arabi chiamavano la città di Genova "Genua" e il "genovese" "genuiun". Evidentemente in questo secondo termine la scomparsa
della "i" intermedia e la fusione delle due "u", avrà
portato alla voce volgare "Genún" raccolta dall'Idrisi.
Pertanto "Hisn 'al Genún" può significare, con storica
aderenza, "Castello dei Genovesi".
La storia, che ci ha tramandato che Caltagirone in epoca araba fu conquistata
e abitata da una colonia di Genovesi, può spiegare pienamente siffatta
denomizione.
Infatti pare che un nucleo di Liguri della spedizione bizantina di Maniace,
fra il 1038 e il 1040, a seguito della sconfitta subita nelle coste
meridionali dell'isola, si sia internato e fortificato nel luogo ove
ora sorge Caltagirone ed abbia ivi dato vita ad una fiorente comunità
che successivamente corse in aiuto al Conte Ruggiero normanno contro
i Musulmani, allorchè questi, nel 1076, cinse d'assedio la Rocca di
Judica che gli ostacolava la marcia vittoriosa verso la piana di Catania.
La comunità calatina ebbe enormi estensioni di terre tolte ai Musulmani
di Judica in cambio dei servigi resi al Conte normanno, cui nel 1090
aprì le porte della città.
Indubbiamente il luogo scelto per il loro insediamento dai Liguri, uniti
all'insegna di Genova , sarà stata una rocca araba preesistente, cui
è facile attribuire il toponimo che compare nell'anzidetto diploma di
Guglielmo il Malo, cioè "Calatagerun", che potrebbe significare,
come pensa pure il Chiarandà nella sua Storia della città di Piazza,
stampata nel 1656, " Castello dei vasi". Tale vecchia denominazione
si confà benissimo al primiero abitato per la abbondante produzione
di ceramiche certo ab antiquo ivi esistente, favorita
anche dalla richiesta di recipienti per la ricca produzione locale di
miele.
Sicchè i tre nomi di Caltagirone sarebbero caratterizzanti del luogo
e ricorderebbero, il piú antico, "Calatagerun", la locale
produzione di vasi, il secondo "Hisn 'al Genún", la conquista
della cittadina da parte dei Genovesi, il terzo "Qal'at 'al Hinzariah",
tradotto dall'Amari in "Rocca della cinghialeria", la
rilevante presenza di cinghiali negli adiacenti boschi.
Come è evidente gli anzidetti tre nomi di Caltagirone sono tutti e tre
risalenti ad epoca arabo-normanna. Però il primo, "Calatagerun" potrebbe essere nella seconda parte un adattamento fonetico di piú antico
toponimo, certo bizantino, connesso coi nomi di "Gela"
o "Geloi". Non è improbabile quindi che all'origine il
nome arabo dell'abitato sia stato "Qal 'at 'al Geloon",
ossia "Rocca dei Gelesi", che per l'attività ceramistica
del luogo, sia stato tosto trasformato in "Qal'at 'al Gerún", ossia "Rocca dei vasi" anche perchè nella locale
parlata la "l" si confonde facilmente con la "r".
In tal guisa "Hisn'al Genún" e "Qal'at 'al Hinzariah" sarebbero due appellativi dati dall'Idrisi alla città in epoca normanna
al di fuori dell'originario nome "Calatagerun" e, in particolare
il primo indurrebbe a ritenere che fosse motivato dalla effettiva presenza
sul luogo di una nutrita colonia di Genovesi già consolidata da tempo
ed ormai generalmente nota nella forma verbale corrotta "Genún"
derivata certamente nel corso degli anni da "Genuiun".
Il che convaliderebbe quanto concordemente la tradizione e la storia
ci hanno tramandato unicamente ai monumenti.
Infatti è vivo ricordo negli storici che la Chiesa di S. Giorgio in
Caltagirone sia stata eretta dai Genovesi al loro avvento e che nel
campanile di essa fosse segnato a grandi lettere l'anno Mille, anno
della costruzione, che scomparve a seguito delle tremende distruzioni
causate dal terremoto dell'11 gennaio 1693. Anche se non si vuole dare
credito all'anzidetta iscrizione, probabilmente di epoca posteriore,
è assai verosimile che l'opera risalisse alla prima metà del secolo
XI. |